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La pagina di Arce >> Parco archeologico di Fregellae (328 a.C.)

 

In primo piano:

 

Parco archeologico di Fregellae

(328 a.C.)

 

Arce e le sue Chiese

 

Centro storico, viaggio virtuale

 

Fontana monumentale

del 1874

(Piazza Umberto I°)

 

La Torre del Pedaggio

(Torre di Sant'Eleuterio)

 

Cippi Confinari

(Stato Pontificio-Regno delle due Sicilie)

 

Lago di Isoletta

 

 

   La colonia latina di Fregellae venne fondata dai Romani nel 328 a.C. sul pianoro alla sinistra del Liri oggi detto Opri. Il nome di Arx Fregellana già identificava un insediamento di Volsci situato nell'attuale Roccadarce. I Sanniti conquistarono la Fregellae volsca intorno al 350 a.C. e, in seguito, affrontarono i Romani e distrussero Fregellae nella II guerra sannitica (328-304 a.C.), provocata proprio dalla fondazione della colonia nel loro territorio. Alla vittoria romana seguì, nel 312 a.C., una nuova deduzione coloniale. La posizione strategica della città nei pressi della confluenza del Liri con il Sacco, oggi definitivamente confermata dagli scavi archeologici, ne spiega la grande importanza.

    Con la colonizzazione romana del Lazio meridionale, la Valle del Liri, importante asse di penetrazione verso la Campania, verrà varolizzata dal completamento della Via Latina.Questa arrivava a Fregellae da Frosinone (Frusino) lungo il tracciato dell'attuale Via Casilina e, attraversando la città da nord a sud, proseguiva alla volta di Aquinum.

   Fregellae si distinse nel contrastare pericolosi nemici che da sud avanzavano su Roma lungo la Via Latina: durante la marcia di Pirro (280 a.C.), ad esempio, o al momento di quella di Annibale (211 a.C.). Il prestigio derivato dal valore militare ed economico gli valse il ruolo di rappresentante delle colonie latine nelle legazioni di Roma. L'egemonia è testimoniata anche dall'estensione del suo territorio, l'Ager Fregellanus. Ribellatasi a Roma per il rifiuto della cittadinanza agli Italici, venne da questa distrutta a scopo dimostrativo; a ciò seguì l'abbandono definitivo del sito e il trasferimento di parte dei coloni superstiti poco più a sud, nella nuova colonia di Fabrateria Nova, presso l'attuale lago di San Giovanni Incarico.

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