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Della parrocchia in generale

La visita

 

Santa Maria

Brevi cenni folcloristici

 

Sant' Eleuterio

Visita alla chiesa

Brevi cenni folcloristici

 

Sant' Agostino

 

L’altare successivo è quello dedicato al Sacro Cuore di Gesù, fino alla metà del secolo era dedicato al Santissimo Sacramento, l’attuale statua a sostituito una pala raffigurante l’ultima cena negli anni ’50; sono da notare i due angeli ai lati dello stesso con le seguenti frasi: “VENITE ET COMEDITE PANEM MEUM – Prov. 9-5” cioè “Venite e mangiate il mio pane”; “SI QUIS MANDUCAVERIT EX HOC PANE VIVET IN ATERNUM – Num. 90-10”  cioè “Chi  mangia di questo pane vivrà in eterno” (Giovanni VI, 58), in questo altare si celebravano i matrimoni e vi si conservava l’olio degli infermi in un tabernacolo nella parete. Nei due rosoni sovrapposti si possono ammirare due scene, in stucco, del Nuovo Testamento. Poste nella parte superiore dell’altare ci sono due statue  la Vigilanza e il Magistero. Altre particolarità di quest’altare sono le due mensole semicircolari sorrette da figure maschili a mezzo busto sui lati; nel paliotto centrale due scene dell’Antico Testamento.  Belli anche gli stucchi delle pareti laterali, ed in particolare quello sopra il tabernacolo dell’olio degli infermi che rappresenta un Santo che entra in un paese da una torre (o chiesa) esterna; l’altro nella parete destra, rappresenta la morte dello stesso.

Proseguendo si incontra una lapide funeraria, l’unica, datata 1859, essa ci fa capire come nella metà dell’800 i morti si seppellissero ancora nella chiesa. Continuando la nostra visita incontriamo due amboni in marmo, quest’opera offerta dal Geom. SERA Don Carlo in memoria della consorte defunta N.D. Maria BARTOLOMEI, furono realizzati nel 1965 dov’erano gli altari dell’immacolata e di San Giuseppe da una ditta di Ceprano. Il primo altare, cioè quello dell’Immacolata, all’epoca della costruzione della chiesa, era di patronato del canonico Germani, come si può notare vi sono due stucchi al lato di esso che rappresentano lo stemma della famiglia del canonico, l’attuale tela raffigurante l’Immacolata è stata realizzata dall’artista locale Alberto PELAGALLI ed ha sostituito quella precedente che è stata rubata che rappresentava l’Immacolata opera dell’artista locale Raffaele QUATTRUCCI che era una copia del quadro del MURILLO.  Nel cartiglio è contenuta la  seguente iscrizione: “IN CONCEPTIONE TUA VIRGO IMMACOLATA FUISTI ORA PRO NOBIS PATREM CUIUS FILIUM JESU PEPERISTI” cioè “Nel tuo concepimento fosti Vergine Immacolata prega per noi il Padre di cui generasti il Figlio Gesù”. L’altro, cioè quello di San Giuseppe agli inizi dell’800 era di patronato della famiglia PESCOSOLIDO; la pala rappresenta la Sacra Famiglia con San Giovanni Battista. Nel rosone che sovrasta l’altare, a stucco, è raffigurato San Vincenzo Ferreri nel cartiglio vi è la seguente iscrizione: “CUM ESSET DESPONSATA MATER JESU MARIA JOSEPH” cioè “Essendo Maria la Madre di Gesù promessa in matrimonio a Giuseppe” (ufficio votivo di S. Giuseppe sposo della B.V.M., Antifona I).

Passando ad ammirare l’altare maggiore possiamo dire che la parte anteriore è stata costruita con pregevole marmo policromo dalla ditta Rubino di Napoli nel 1949; da ammirare il bassorilievo del paliotto raffigurante l’ultima cena, agli inizi degli anni ’70, per adattarlo alla nuova liturgia, fu costruita la parte anteriore (mensa) e la balaustra.  Celato dall’altare vi è il coro in legno,  la  semplicità dello stile  lo fa apprezzare per la sua eleganza. Alle pareti di lato sono rappresentati: a sinistra, la consegna delle chiavi del paradiso a San Pietro (Mt. XVI, 17-19) e a destra la conversazione di San Paolo sulla  strada di Damasco   (Atti IX, 1-9). >>> Segue